Quanti di voi si sono sentiti, almeno una volta nella vita, “stressati”? Praticamente chiunque può dire di aver provato una sensazione del genere.
COSA SI INTENDE PER STRESS?
Il termine stress, o meglio, General Adaptation Syndrome (GAS) fu coniato per la prima volta da un medico, Hans Seyle, quando iniziò a osservare le risposte fisiologiche dei ratti ad alcuni stimoli poco piacevoli come freddo, farmaci o eccessivo esercizio fisico. A prescindere dal tipo di problema, e anche nei casi in cui avessero ricevuto semplicemente un’iniezione di fisiologica, gli animali manifestavano una serie di reazioni tipiche che furono classificate come “stress”: un termine mutuato dalla fisica dei materiali che indicava una risposta non specifica a uno stimolo negativo. Un tentativo di adattamento a un fattore di disturbo, volto a generare un nuovo equilibrio.
Lo stress è in pratica un fenomeno fisiologico per il quale l’organismo mette in atto un sistema di difesa, mediato dall’azione di alcuni neurotrasmettitori e dal rilascio di ormoni. Il corpo tenta di “sopravvivere” ad una situazione che destabilizza l’omeostasi o, addirittura, mette in pericolo la sopravvivenza stessa. Il risultato può differire in base al soggetto, alla sua tolleranza (soggettiva) allo stress e all’entità dell’evento e può includere frequenza cardiaca accelerata, perdita o aumento dell’appetito, difficoltà digestive, insonnia, nervosismo e così via.
Siamo abituati comunque a dare un’accezione negativa al termine. In realtà è un fenomeno del tutto normale e può addirittura fornire energia e forza. E’ necessario a questo punto fare una distinzione tra tue tipologie: eustress e distress.
L’eustress è la tipologia positiva di stress che funziona come un motivatore, facendoti sentire carico per la sfida e costituendo una sorta di incentivo per portare a termine le cose. Il sentirsi galvanizzati può stimolare il rilascio di endorfine e rendere più felici e motivati.
Quando lo stress diventa troppo elevato da sostenere viene definito stress cattivo o distress. Le sfide non appaiono più come un divertimento e non sembra esserci una fine all’orizzonte. Lottare continuamente contro un eccessivo livello di stress può esaurire la tua energia e il tuo vigore con un conseguente aumento della pressione sanguigna, respiro accelerato e una tensione generalizzata.
COME RISPONDERE?
Notare la scelta della parola “rispondere”: bisogna agire attivamente e consapevolmente. Più reagiamo automaticamente ad un evento o a una situazione stressante e subiamo il tutto in maniera passiva, maggiori sono i “danni” che accuseremo.
Se tralasciamo le strategie distruttive come eccedere con l’alcol o con il cibo o negare che esista un evento stressante, esistono molti metodi efficaci di rispondere allo stress. Per quel che riguarda chi si allena è essenziale alzare un po’ il piede dell’acceleratore negli allenamenti. L’allenamento stesso è a tutti gli effetti uno “stressor” per l’organismo, le cui energie non sono infinite.
Per chi non si allena, ovviamente iniziare a praticare blando esercizio fisico può, al contrario, avere un effetto benefico. Altre valide opzioni possono essere riscontrate nella psicoterapia, nella meditazione, una migliore organizzazione della lista delle cose da fare giornaliera, l’interruzione di una relazione “tossica” o cercare di dedicare più tempo ad attività piacevoli.
Più in generale, come ormai si sarà capito, è indispensabile agire, ed è indispensabile farlo nel modo corretto. Una reazione automatica e scorretta, con pratiche come quelle sopracitate, porterà inevitabilmente all’instaurarsi di un circolo vizioso: ad esempio, chi inizia o “rincara la dose” con il vizio del fumo, non farà che aumentare la pressione sanguigna ed il cortisolo, che già saranno elevati dal periodo stressante. Altri disturbi tipici sono l’ansia e la depressione, causate da squilibri a livello di due importanti neurotrasmettitori, GABA e serotonina.
Non siamo tutti uguali.
Come accennato, non tutti reagiamo allo stesso modo agli stessi stimoli. Ci sono persone che sono geneticamente più predisposte e sono più resistenti allo stress e altre meno. Certo, anche il contesto sociale nel quale si è cresciuti e si vive incide molto, ma è del tutto possibile che una persona non predisposta potrà sopportare situazioni molto provanti senza accusare alcun disturbo.
Un’ultima considerazione va fatta in merito all’attitudine mentale: la stanchezza e l’affaticamento, tipiche di una situazione di stress, al 90% dei casi hanno una causa emotiva e psicologica. Il nostro corpo molto difficilmente andrà incontro ad un reale esaurimento fisico, nulla che non si possa risolvere in qualche giorno di riposo o una sana dormita. Diventa così molto importante anche coltivare l’attitudine mentale a prendere le cose più alla leggera, trarre soddisfazione e felicità dalle cose che già abbiamo, non combattere ogni cosa che ci circonda ma al contrario accettare senza compromessi, dedicare del tempo a sè e ad aiutare gli altri, circondarsi di persone positive, intrattenere relazioni affettive vere e sane, e così via.
Sembrano banalità, ma queste sono tutte pratiche molto efficaci per una ragione comune: rilasciano ormoni benefici e protettivi contro lo stress, come la dopamina, ossitocina e le endorfine (oltre alla già citata serotonina).
In ultima analisi, quello che mi sento di consigliare personalmente a chiunque è di non ignorare MAI i segnali del vostro corpo. L’errore più comune e che è per la maggiorparte dei casi causa di stress prolungato è cronico consiste nell’ignorare i feedback del nostro corpo che arriveranno molto in anticipo, molto prima che la situazioni inizi a complicarsi. Il nostro corpo è molto resistente allo stress ma non è indistruttibile. Va bene i sacrifici e la disciplina, ma il nostro sport è una maratona e non uno sprint: fate in modo di arrivare alla meta tutti interi.
Articolo di
Coach R.